lunedì 18 gennaio 2016

WHATSAPP ELIMINA IL CANONE E NON METTE LA PUBBLICITA'....mah

La popolarissima applicazione utilizzata in tutto il mondo eliminerà il canone annuale di 89 centesimi, la notizia ripresa dal blog della stessa società è stata rilanciata in tutto il mondo. ” That's why we're happy to announce that WhatsApp will no longer charge subscription fees “ Siamo felici di annunciare che WhatsApp non applicherà più commissioni di sottoscrizione, riporta testualmente il blog istituzionale. Precisando anche che continuerà la sua politica di non inserire pubblicità di terze parti, i motivi di questa scelta sarebbero molteplici, tra questi il fatto che nei paesi in via di sviluppo l’accesso ai sistemi bancari non è capillare. Considerando che, sempre nel blog istituzionale, in un lungo post del 17 marzo 2014, quando l’applicazione era stata acquistata da facebook ( per 19 miliardi di dollari ) i fondatori si erano ben spesi a spiegare che : “ Se la collaborazione con Facebook avesse voluto significare un cambiamento nei nostri valori, non l'avremmo fatta. Invece, stiamo formando una collaborazione che ci permetta di continuare ad operare in modo indipendente e autonomo.” Non c’è motivo di credere, viste le dichiarazioni di principio, che WhatsApp cambierà il suo modus operandi, cioè di offrire un servizio di messaggistica ( e voce ) gratuitamente e senza inserire la pubblicità, però un dubbio ci viene: ma se non c’è più il canone e non viene inserita pubblicità, da dove ricaveranno le risorse per mantenere una struttura che fornisce servizi a più di un miliardo di utenti?

giovedì 7 gennaio 2016

NON APRITE EMAIL DELL'AGENZIA ( falsa ) DELLE ENTRATE L'ALLEGATO E' UN VIRUS

Oltre alla parte iniziale scritta evidentemente da persone non italiane la mail contiene poi un allegato, portatore in realtà di un virus potenzialmente molto dannoso per il computer del destinatario. Inoltre, il messaggio consiglia la consultazione delle istruzioni allegate alla e-mail. in special modo agli utilizzatori di servizi di “Internet Banking”: segno che le false e-mail in parola hanno anche lo scopo, oltre a quello di danneggiare il computer, di carpire i dati personali dei contribuenti.